Foto Aurelien Dury_ Jet d’eau Place Mazelle Metz
Un gioco d’acqua mette sempre allegria: il fresco zampillare del getto con i giochi di luce notturni, con i riflessi del sole e con il rumore dell’acqua ha il potere di creare una magica scenografia in qualsiasi giardino. Sarà possibile valorizzare lo spazio esterno anche quando la piscina non sarà utilizzabile creando una quinta adatta a fare da sfondo per manifestazioni o cerimonie.
Tuttavia realizzare un gioco d’acqua richiede un po’ di attenzione nella progettazione e nella realizzazione: iniziare bene consente di evitare sorprese che renderanno difficile la gestione dell’impianto; perciò cominciamo con individuare bene le informazioni necessarie per una corretta progettazione:
La funzione
Se si vuole inserire una fontana in una piscina o in prossimità di questa le funzioni che ci si aspetta il getto svolga sono principalmente due:
- potenziamento della scenografia: si desidera che il getto crei un punto di attrazione visiva per l’area piscina, un punto di richiamo per valorizzare uno sfondo o un affaccio
- gioco e divertimento: al pari delle cascate il getto d’acqua della fontana deve interagire con gli utenti della piscina ampliando l’offerta ludica dell’impianto
Le dimensioni
Un gioco d’acqua richiede uno spazio minimo di lavoro. Qualsiasi sia l’altezza del getto (H1 o H2) l’area che l’acqua bagnerà avrà lo stesso raggio (L1 o L2) dell’altezza raggiunta dall’acqua e sarà molto importante rispettare questo rapporto sia per evitare perdite di acqua che per evitare di bagnare aree destinate ad altre funzioni creando impedimenti all’uso degli spazi e disagio per gli utenti.
Il getto d’acqua sarà infatti influenzato dal più lieve spostamento d’aria, anche solo prodotto dal movimento delle persone, e soprattutto oltre i 2 metri di altezza, si produrrà una deriva che influenzerà l’ampiezza dell’area bagnata. Oltre a questo fenomeno occorrerà tener conto del rimbalzo degli schizzi che moltiplicherà alla base l’area coperta dalla ricaduta del getto.
La forma
Ci sono infiniti getti prodotti da altrettanti ugelli: partendo dalla semplicità del getto cristallino prodotto dagli Zampilli si può arrivare alla complessità dei getti multipli, come Vulcani o Gigli, o alla pienezza opalescente dei getti Schiumogeni. Ogni ugello avrà una diversa resistenza al vento e una diversa visibilità. E’ importante decidere il tipo di effetto richiesto, la distanza dell’area dal quale si immagina di volerlo ammirare e anche il rumore che si ritiene possa essere accettabile.
Il rumore
Lo scrosciare dell’acqua può essere molto piacevole e rilassante riempiendo il giardino di mille echi, ma se l’acqua cade con eccessiva violenza, se la portata è troppo alta, se, infine, la superficie di caduta produce echi o rimbombi, il rumore prodotto può essere molto fastidioso e creare disturbo all’uso degli spazi.
Definite le caratteristiche che il getto dovrà avere dal punto di vista formale, è necessario individuare le caratteristiche tecniche e verificare la compatibilità con gli impianti esistenti
La portata e la pressione di esercizio
Ogni ugello richiede una diversa portata e pressione di esercizio in relazione alla tipologia, alla dimensione del foro di uscita e all’altezza richiesta del getto: minore portata e pressione per un getto cristallino, maggiore portata e pressione per un getto schiumogeno. Normalmente gli ugelli preferiti per l’inserimento all’interno, o nelle immediate vicinanze, di una piscina saranno alimentati dall’impianto di ricircolo esistente, perciò la scelta del modello sarà condizionata sia dalle caratteristiche della pompa installata che dalla quota parte della portata disponibile per un uso alternativo al normale ricircolo del trattamento. Se si opterà per un impianto indipendente dal sistema di ricircolo, ovviamente, i limiti saranno minori e più ampia sarà la possibilità di scelta.
In questo caso occorrerà decidere se l’acqua del getto della fontana si dovrà o meno mescolare all’acqua della piscina e la decisione sarà influenzata dal tipo di sporco che l’acqua potrebbe veicolare scorrendo sulla pavimentazione esterna alla vasca.
Foto SeRVe Photography_IMG_5373
Autore dell’articolo: arch. Sonia Pecchioli – pecchioli@professioneacqua.it