Una situazione emblematica della incertezza legislativa in materia di acque di scarico di piscina: il 26 luglio i NOE (Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri) ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica per una piscina esterna facente parte di un servizio di un noto e lussuoso complesso alberghiero del Comune di Positano.

Il reato contestato è lo scarico non autorizzato di acque reflue industriali, derivanti dalla doccia di accesso alla piscina, dal troppo pieno della vasca di compenso, nonché dalle acque di controlavaggio dei filtri. I reflui venivano direttamente e senza autorizzazione sversate nel vallone adiacente l’albergo.

Raccomandiamo quindi, ancora una volta, di accertarsi SEMPRE, prima di costruire una piscina, di:

a) come viene considerata la natura del refluo nella zona (industriale oppure assimilato ai reflui domestici)

b) le modalità autorizzative degli scarichi.

Nel caso in cui, infatti, le acque di sacrico vengano considerate industriali, si configura il reato penale di scarico non autorizzato.

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