L’operatore non lavora da solo con il bambino, ma con la mamma e il figlio, che hanno alle spalle altri aspetti relazionali della famiglia.

Come già accennato precedentemente, è da questa coppia educativa che deve partire l’intervento dell’istruttore: egli non dovrà sostituirsi alla madre, ma dovrà cooperare con essa.

Risulta evidente, dunque, l’intesa che deve necessariamente crearsi tra istruttore e genitore, intesa che può nascere nel momento in cui si sono precedentemente stabilite insieme tutte le strategie di intervento.

Così come la mamma è il primo mediatore che aiuta il bambino nella sua comprensione del mondo, allo stesso tempo l’operatore può essere visto come il mediatore tra la “ diade” madre/ bambino e l’attività di acquaticità.

L’operatore deve fornire ai bambini e ai rispettivi genitori, che intraprendono questo “percorso acquatico”, un’opportunità di piacere relazionale, ricordando che, all’interno dei corsi, genitori e bambini trovano la possibilità di condividere esperienze con i propri pari. L’adulto si relaziona con altri genitori e l’operatore, mentre il bambino gioca e socializza con altri bambini e si relaziona con altre figure adulte.

L’operatore funge anche da supporto per i bambini e i genitori, pertanto deve possedere alcune conoscenze, oltre a quelle che già possiede, riguardanti la sua professione.

Innanzitutto, dovrebbe avere l’accortezza di capire che tipo di genitore ha di fronte.

Come seconda cosa da fare, l’ operatore deve osservare – fin dalla prima seduta – i comportamenti dei genitori e trovare per ciascuno il modo più indicato di comunicare, al fine di rendere più proficua possibile la relazione.

E’ importante osservare le dinamiche di relazione tra bambini e genitori, le loro manifestazioni affettive, il modo di rapportarsi con altre coppie genitore-bambino e la valutazione delle capacità psicomotorie di ciascun bambino.

Riassumendo, le conoscenze che l’operatore deve possedere sono:

  • conoscenza delle tappe dello sviluppo infantile

  • valutazione delle capacità psicomotorie del bambino

  • individuazione delle dinamiche della relazione madre/bambino

  • conoscenza degli elementi di comunicazione e di conduzione dei gruppi.

Inoltre, non bisogna dimenticarsi che l’operatore deve porre attenzione alle esigenze e ai bisogni che i bambini manifestano durante l’attività.

L’operatore di acquaticità non è direttivo, invasivo, limitante, ma attivo : incoraggia, valorizza, rassicura, partecipa direttamente e gratifica, per creare un adattamento positivo. Deve essere in grado di creare un ambiente in cui si respiri fiducia, dove la madre si possa fidare di lui e, di conseguenza, questa fiducia venga trasmessa al bambino. È anche un sostegno tecnico, consapevole delle dinamiche, che deve anche aiutare e sollecitare con proposte adeguate il bambino.

E’ importante spiegare sempre la finalità di un determinato esercizio e il collegamento tra ciò che si sta proponendo e le abilità che si intende sviluppare, sottolineando le capacità psicomotorie che il bambino mostra nell’eseguire un esercizio.

Per la buona riuscita, l’operatore deve accogliere, rispettare, essere umile e coerente; con il termine “accogliere” si intende l’ apertura, la disponibilità dell’operatore, che si fa carico dei bisogni, delle difficoltà, delle paure e delle aspettative del bambino.

L’accoglienza così concepita presuppone, da parte dell’operatore, un’attenzione alle emozioni e ai sentimenti del bambino, in modo spontaneo e sincero.

In caso contrario, il bambino, non sentendosi in un contesto accogliente, metterà in atto le sue difese quali il rifiuto, la chiusura e l’indifferenza nei confronti dell’operatore.

La comunicazione non verbale è un aspetto significativo; infatti, la mimica, la gestualità, il modo di porre il proprio corpo, il tono della voce debbono mostrare un atteggiamento di apertura e di protezione verso il bambino, che inducano in lui fiducia.

L’accoglienza deve essere seguita da gratificazione, sotto forma di sorrisi, applausi, complimenti, che evidenzino la considerazione dell’adulto per l’esercizio svolto.

Un altro aspetto essenziale è l’ atteggiamento di rispetto da parte dell’operatore, che accresce nel bambino la sicurezza nei propri mezzi e concorre allo sviluppo della fiducia e della stima nei confronti dell’adulto.

L’operatore deve essere anche umile, in modo da farsi sempre un esame di coscienza riguardo al proprio operato, individuando così eventuali errori e correggendoli: questo è garanzia di volontà di conoscere, di formarsi e di aggiornarsi.

Inoltre, deve tenere un comportamento educativo lineare, cosicché le proposte didattiche rispettino il livello di capacità del bambino; deve dimostrare coesione tra i contenuti verbali e quelli non verbali ed esprimere in modo coerente l’affettività, nel rispetto delle modalità percettive, recettive e comunicative di ciascun bambino.

Un altro compito importante è quello di disporre con cura e competenza, sia sul bordo vasca che in acqua, il materiale ludico fisso e mobile, al fine di favorire l’attività dei bambini.

Questo materiale deve essere vario e adatto alle capacità dei bambini, in relazione a diversi parametri: età, capacità psicomotorie , cognitive e affettivo – relazionali.

UTILIZZO DEI MATERIALI: da gioco e di sostegno

Il materiale da gioco e quello di sostegno sono importanti, ma non indispensabili per la crescita del bambino.

E’ proprio attraverso il gioco che il bambino va alla scoperta del mondo circostante, in maniera divertente e spontanea e, oltre a stimolare la sua fantasia , lo coinvolge in un rapporto concreto con l’ambiente, con gli oggetti e con le persone, diventando così un mezzo prezioso per la crescita.

Perché, solo se il bambino è lasciato libero di “scoprire”, diventa creativo e capace di operare.

Tanto i giochi in acqua, quanto le attività proposte dall’operatore di acquaticità devono, infatti, rispondere ad un preciso modello di lavoro, basato su un ambientamento graduale e senza forzature.

Invece, l’uso del materiale di sostegno permette al bambino una progressione acquatica psicomotoria.

Ogni oggetto ha un significato specifico e ciascun bambino dà a quell’oggetto un significato simbolico.

La scelta migliore è quella di trovare un giusto equilibrio tra i momenti di utilizzo e quelli di non utilizzo dei materiali da gioco e di sostegno.

Prima di scegliere un materiale, è bene considerare il livello evolutivo del bambino e sapere quando è meglio utilizzare un oggetto piuttosto che un altro; tenendo sempre presente che l’assenza dell’uso del materiale permette al bambino di diventare più autonomo.

Il materiale più opportuno è certamente il suo corpo; infatti, i bambini si divertono molto a battere mani e piedi sulla superficie dell’acqua.

Il materiale può essere addestrativo, andando ad esercitare le capacità e a sviluppare le abilità; didattico, come supporto per acquisire nuove capacità attraverso l’esperienza ed educativo, per acquisire nuovi valori. Non deve essere scontato e abituale, inoltre può essere morbido o duro, galleggiare o affondare.

In piscina vi sono diversi oggetti che sono entrati a far parte del materiale in uso: i materiali da gioco e quelli di sostegno.

Una delle modalità di utilizzo dei materiali da gioco è quella di farli manipolare dal bambino, mentre si prova a fargli acquisire una nuova posizione: concentrato sull’oggetto, accetterà la situazione più facilmente.

Il materiale da gioco può essere galleggiante, come le palle di grandezza e colori diversi, i contenitori di plastica colorati, le palline da ping pong, le bambole, i pesciolini, le ochette di gomma, i battelli, gli scolapasta, gli innaffiatoi, i cerchi etc., o non galleggiante.

Il materiale che galleggia è utilizzato per favorire la stimolazione sensoriale, senso motoria e percettiva, invece il materiale che non galleggia affonda, ci viene in aiuto nelle lezioni sull’ immersione.

I palloni sono oggetti molto utilizzati, perché favoriscono il movimento e sviluppano le abilità motorie, come il lanciare e il prendere.

Alcuni di questi materiali sono molto utili all’inizio del corso di acquaticità, perché abituano i bambini a divertirsi con l’acqua.

Un materiale di sostegno presente e utilizzato in tutte le piscine è quello galleggiante, come tappeti, materassini, zattere di varia grandezza e spessore, tubi galleggianti, ciambelle etc.

La zattera, che simboleggia una “nave”, stimola l’equilibrio, la coordinazione, il tono muscolare e la sicurezza.

Le ciambelle sono uno spazio vuoto da condividere, riempire e sviluppano i concetti di dentro-fuori.

I tubi sono oggetti che rassicurano, perché sostengono nel galleggiamento.

Anche se sarebbe meglio non usare spesso questo tipo di materiale, per sostenere il bambino, perché egli deve iniziare a capire che è l’acqua che aiuta il galleggiamento.

PROF. GIUSEPPE RIGHINI