Di questo argomento si sempre parlato …..

Gia’ nel primo libro di James E. Counsilman(Zanichelli 1973) si citano testuali parole:

La conoscenza della tecnica dei vari stili del nuoto deve essere fondata su taluni principi meccanici che si riferiscono direttamente al nuoto.

In poche parole si richiama l’attenzione e lo studio oltre che alla comprensione sul fatto che esistono dei principi in fisica (idrodinamica) e dell’applicazione della terza legge della dinamica di Newton .

Inoltre si riflette sulla resistenza dell’acqua , sulla gravità, nonché sulla legge quadratica che dice: la resistenza che un corpo crea nell’acqua (o in qualsiasi fluido) varia approssimativamente secondo il quadrato della velocità.

Si pensi che sin da oltre 40 anni sono state effettuate misurazioni elettromiografiche comparando lo sforzo degli arti superiori durante l’azione del recupero .(trapezio e deltoide)

Se analizziamo la statica e la dinamica dei fluidi , la pressione e la densità possiamo riflettere sulla posizione del corpo in acqua, richiamando lo studio e la lettura sul principio di Pascal e di Archimede, nonché sulla densità e sul peso specifico.(vedi indicazioni dal libro Vanni –Martinetti della FIN ESL 1983).

Posizione del corpo(definizione) : la posizione del corpo è di estrema importanza : deve permettere la minor resistenza al movimento (meno resistenza all’acqua trova il corpo e più redditizio sarà il movimento di propulsione). Le notevoli velocità ottenute dai campioni del nuoto sono possibili unicamente con il raggiungimento della posizione idrodinamica del corpo.(questo è quanto viene riportato da libro l’insegnamento e l’allenamento del nuoto di Tore Montella SSS Roma.

Ma allora cosa dobbiamo fare, affinchè si possa in qualche modo generare un’azione fluida, un’avanzamento ERGONOMICO per usare un termine attuale !!!!!

In un articolo del 2001 della Tecnica del nuoto Luglio/Dicembre si parla proprio della Correzione degli errori (Gabriele Salvadori) descrivendo che la tecnica deriva dalla didattica, nonché dagli stessi nuotatori inconsapevolmente i quali attraverso una loro attività di adattamento producono quei miglioramenti nel tempo e non dalla scienza.

Allora si sottolinea che un bravo Istruttore aiuta l’apprendimento e che l’allievo non sbaglia ma è coerente con la sua rappresentazione mentale e percettiva (limiti) nonché con i segmenti anatomici , fisiologici e psicologici.

Quindi in tal senso non esiste l’errore ed è illusione.

Allora è necessario procedere in tal senso:

  1. Definire il problema dell’attività in acqua: Passaggio da un’attività organizzata terrestre ad una in organizzata in acqua.

  2. Definire i principi dello spostamento in acqua: Propulsione etc.

  3. Definire un ordine :Galleggiamento, Propulsione,avanzamento,respirazione , utilizzo delle risorse energetiche

  4. Identificare i passaggi da un livello all’altro: Rappresentazioni mentali, limiti fisici, anatomici, etc.

  5. Differenziare per comprendere le difficoltà e/o i limiti

  6. Tassonomizzare le regole dell’azione

  7. Trasformare il movimento in azioni finalizzate in modo efficace ed efficiente.

A questo punto non resta che sperimentare , porre questionari e domande, e registrare con la video analisi se il corpo percepito è lo stesso del vissuto.

Buon lavoro a tutti, nella speranza di incontrare il nuotatore giusto!!!

Prof. G. Righini