In quest’ultimo periodo ho avuto il piacere di partecipare ad un corso di Formazione per Istruttori della FINP (Federazione Nuoto Paralimpica), e considerando che nella vita c’è sempre qualcosa da imparare , confrontarsi e aggiornarsi, ritengo utile esprimere alcune considerazioni, sia sull’esperienza vissuta che su questo “mondo” particolare.

Particolare nella sua essenza più “virtuosa”, in quanto la soddisfazione dei bisogni, del bene nel senso più ampio, per il godimento della percezione dei risultati sulle “potenzialità” residue è un traguardo che di giorno in giorno favorisce l’apprendimento non solo delle tecniche natatorie “adattate” alle varie tipologie di disabilità, ma soprattutto per quei soggetti portatori di limitazioni (sensoriali, fisico/motori e intellettivi) che necessitano del giusto approccio da parte di personale qualificato e preparato ad affrontare in “situazione” il gravoso compito di assistere fuori e in acqua la persona nella sua accezione più ampia.

Le tecniche sono molte e le piu’ diversificate , ma gli “esperti” del mondo paralimpico suggeriscono di affidarsi anche al buon senso e non solo dell’esperienza di ciascuno di noi………

La tragedia deve diventare un fatto sociale ma soprattutto culturale.

Lo studio, la ricerca devono essere il “modus operandi”, affinchè si possano affrontare con ricchezza di spirito( empatia) e serenità (stile d’insegnamento appropriato) e con i metodi(esercizi) e gli strumenti (attrezzi) quelle proposte metodologiche e didattiche necessarie allo sviluppo e recupero di quell’adattamento necessario al fabbisogno personale dell’individuo che si trova in nuovo mezzo…..l’acqua.

Per densità, temperatura, resistenza ci offre difficoltà, ma anche nuove opportunità d’intervento per far vivere e rivivere esperienze sensoriali positive .

Il metodo deve essere ovviamente di tipo clinico(osservativo), anamnestico(raccolta e ricerca delle informazioni sul tipo di disabilità, handicap o patologia) e applicativo ma soprattutto “personalizzato” .

La “manus medica” che ci accompagna deve “leggere e percepire” cose nuove mai vissute assieme al cosi’ detto portatore di disabilità….

Lo sport e la pratica dell’attività motoria in generale ,devono essere il collante del nostro progetto “formativo” assieme alla famiglia , alla società sportiva per il raggiungimento nel tempo di obiettivi educativi e didattici ….

La parola INTEGRAZIONE spesso assume inutili o nuovi significati a seconda delle circostanze.

Il Dizionario(Garzanti) recita: entrare a far parte di un ambiente, di una struttura, inserirsi, completarsi…….

Senza scomodare lo Psicologo Sociale Statunitense Guttman (ideatore del metodo definito “SCALOGRAMMA” è chiaro ed evidente che bisogna essere performanti per citare un termine sportivo…..

Efficacia ed efficienza non sono la stessa cosa e gli atteggiamenti e i risultati in alcune situazioni vengono disattesi…..

La “condizione” di base e/o di partenza diventa l’elemento su cui costruire ogni giorno un “successo” personale sia da parte dell’istruttore /operatore che per il soggetto/persona in questione..

La TASSONOMIA (gerarchizzazione) di Bloom degli interventi è una traccia per rispettare la condizione di partenza , ma soprattutto per rispettare quello che è il principio della medicina Salernitana “Primum non nocere”(Innanzitutto non arrecare danno).

 

Prof. Giuseppe Righini

Docente UCSC Milano

 

 

Riferimenti Bibliografici:

Il Nuoto Metodi e Tecniche nelle attività sportive paralimpiche

CIP FINP INAIL FONDAZIONE ITALIANA PARALIMPICA

2013

Manuale di sopravvivenza acquatica per mamma e papà Ed Carabà G. Righini

2014

Appunti tratti dalle lezioni FINP Varese 2014