Caratteristiche psicologiche del nuoto:

Il nuoto viene definito una disciplina a “closed skill” , ossia una disciplina in cui l’atleta interagisce con un ambiente grossomodo costante, prevedibile e in cui l’informazione da monitorare è relativa all’attuazione di programmi motori già interiorizzati in lunghi e ripetuti allenamenti(Rossi 1989).

Il nuoto è altresì uno “sport ciclico di resistenza alla forza ad elevata valenza coordinativa”(AA.VV. 1999).

Praticato ad alti livelli permette di aumentare la tolleranza al dolore legato allo sforzo intenso (brevi e medie distanze) e al disagio psicofisico(noia, fatica nelle prove di lunga durata).

Indipendentemente dalla lunghezza della distanza di gara il nuoto richiede il mantenimento di un’elevata concentrazione finalizzata alla massima resa psicofisica.

Un’attenzione particolare merita l’analisi dello stile attentivo adottato dal nuotatore.

Riferendoci al modello di Nideffer (1978/79)possiamo dire che la modalità attentiva è prevalentemente di tipo “ristretto interno”, Il nuotatore deve prestare attenzione a poche fonti informative(ampiezza) che sono interne all’individuo(pensieri, stati emotivi o sensazioni fisiche : direzione).

Infatti la quasi totalità di informazioni che l’atleta esperisce contiene una grossa quantità di “feedback intrinseci” (o interni) , ossia tattili, propriecettivi, labirintici.

Tuttavia le caratteristiche e le dinamiche di una situazione di gara fanno si che il focus attenzionale del nuotatore allarghi il proprio spettro in due occasioni : la virata al termine della vasca e il controllo visivo degli avversari nelle corsie laterali, elemento quest’ultimo che influisce sulla strategie di gara.

Questo fa si che la percezione del nuotatore si arricchisca di “feedback esterni” mutando in modo versatile ed elastico lo stile attentivo in “ristretto esterno”, rivolto cioè a stimoli ambientali.

Metodo di indagine

L’intervento ha comportato la somministrazione di un questionario, la “Flow state scale” (Muzio, Nitro, Crosta1998 da Jackson e Marsh 1996 adattato) che permette di valutare in modo specifico gli stati psicologici inerenti la percezione della prestazione ottimale.

La scala fornisce un profilo che descrive le caratteristiche dell’esperienza ottimale per ogni atleta o per ciascuna disciplina sportiva specifica.

E’ uno strumento multidimensionale che indaga le nove principali caratteristiche dell’esperienza di “flow” (Jackson e Marsh 1996).

Rif. Bibliografici:

Appunti tratti da : Perussia , Giovanetti, Rossi, Pigozzo Flow e Peack performance discipline a confronto 1999

Jackson S.A. Athletes in Flow : A qualitative investigation of flow state in elite athletes , Jornal af applied sport psychology. 7 pag. 183, 186, 1992.

 

Prof. Giuseppe Righini

gi.righigi@alice.it