Credo che la quasi totalità delle persone che utilizzano un telefono sappia a cosa mi riferisco quando parlo di un qualsivoglia tipo di difficoltà con Telecom.

Io le ho subite, un po’ di tutti i tipi, e quando mi hanno proposto di staccarmi definitivamente non mi è sembrato vero.

Ho quindi accettato di passare a Vodafone anche con il servizio di telefonia fissa.

Poiché però, sempre grazie a Telecom, la nostra zona non è raggiunta dal servizio di ADSL, l’unica soluzione possibile è rappresentata da una tecnologia che Vodafone chiama ministation, una cosa alla Totti ma un pochino più piccola. In ufficio le ministation sono due, una per la voce ed una per il fax. All’inizio non funzionavano molto bene, perché su ogni chiamata in entrata almeno la metà andava persa e chi chiamava si sentiva rispondere che il numero era inesistente. “Poveretti, la crisi ha colpito anche loro” era il commento dei nuovi (a quel punto ormai solo potenziali) clienti.

Dopo circa una decina di telefonate al servizio di clienti di Vodafone, che è la cosa migliore della quale l’azienda si è dotata in termini di accessibilità e cortesia degli addetti ma sulla cui competenza va steso un enorme velo pietosissimo, siamo riusciti a far cambiare la vocina che ora dice che il cliente non può momentaneamente rispondere. Un passo avanti.

Nel corso di sei (ripeto:sei) mesi di inutili tentativi, durante i quali siamo passati da TIM a Vodafone anche con i cellulari, convinti dal mitico servizio clienti che fosse l’unico modo per risolvere il problema, abbiamo scoperto che a causa di un problema tecnico sulla nostra ministation non è possibile far funzionare il trasferimento di chiamata. Quindi quando nella nostra mega-azienda costituita da tre persone non c’è nessuno, non c’è altra soluzione che ….una segreteria telefonica, naturalmente acquistata da noi !! Si, proprio quella, ve la ricordate? Quella che dice “Questa è la segreteria telefonica del numero….” e che non dà altra soluzione a chi chiama se non quella di chiamare di nuovo, questa volta ad un cellulare. Certo che la tecnologia ha fatto passi da gigante….!

Nel frattempo, è arrivata la ciliegina sulla torta. Durante una  delle nostre innumerevoli chiamate di protesta, un giorno il risponditore di turno si è impietosito ed ha pensato di tentare un reset della nostra rete. Il cielo ha voluto che ad andarsene definitivamente sia stato il fax e non la linea voce, altrimenti i guai sarebbero stati ben peggiori. Fatto sta che dal 25 gennaio siamo senza fax, senza trasferimento di chiamata, e con una linea voce che non aggancia mediamente una chiamata su tre.

“Torniamo a Telecom”, mi sono detta. Con il capo cosparso di cenere mi sono rassegnata da affrontare il 191. Il primo giorno è andata male, non mi ha risposto nessuno. Si, proprio così, mi hanno lasciato lì come un cucù nonostante avessi digitato tutti i numeri giusti a sentire la loro musichetta per dieci minuti consecutivi, poi ho messo giù, si stava facendo notte ed avevo fame. Il secondo giorno mi ha risposto un ragazzotto seccato che mi ha quasi mandato al diavolo quando ho chiesto per ben due volte di inviare i moduli per mail visto che il mio fax è fuori uso e non mi ha inviato i moduli che mi aveva promesso. Il terzo giorno ho finalmente trovata una signorina gentile che mi ha inviato i moduli, con una promessa di attivazione entro quaranta giorni. No comment. Sui moduli va inserito un codice che mi deve dare Vodafone, ma che non mi dà perché dice che non ce l’ho, essendo io ministation e non station vera e propria.

Ma allora, che sia questo il vero problema? Forse che la nostra bolletta, visto che usiamo moltissimo l’ e-mail, è troppo light, non abbiamo nemmeno la ADSL perché abbiamo un sistema via radio, e quindi non siamo clienti interessanti per nessuno? E’ probabile, si.

Sto quindi disperatamente cercando una raccomandazione. Si, proprio quelle cose all’italiana. In questi ultimi giorni il mio sogno ricorrente è quello di un alto funzionario Vodafone costretto alle scuse (a me) da un superiore, magari chiamato da uno a cui non può dire di no. Ora capisco perché nel nostro Paese le cose funzionano come in Sudamerica.

Ho fatto scrivere a Vodafone una raccomandata dal mio avvocato, ma credo l’abbiano cestinata senza nemmeno leggerla. Ho avviato alla Camera di Commercio le procedure per la conciliazione obbligatoria, ma mi hanno premesso che nella storia non è mai successo che Vodafone si sia presentata una volta. Intaserò quindi i tribunali ordinari con una causa ridicola ma stavolta la colpa non è della giustizia lenta, la colpa è delle persone che in nome del budget passano sopra alla dignità umana senza nessuna vergogna.