Il titolo abilitativo è la prima di queste; considerato che in linea generale per impianti ad uso privato/domestico lo strumento principale è la DIA, l’irrompere nel panorama della SCIA in sostituzione della stessa ha focalizzato la nostra attenzione sulla vicenda.

Ci pare quanto mai sensata la richiesta avanzata dagli Ordini Professionali di coordinare la SCIA al Testo Unico dell’Edilizia (al pari di DIA e Permesso di Costruire) al fine di avere interpretazioni normative univoche e chiarezza ricordando che in Italia sono le Regioni ad avere competenza in materia urbanistica; pertanto si è di fronte ad un panorama variegato di disposizioni normative e conseguentemente di interpretazioni che mettono il progettista quale “certificatore”, secondo i dettami presenti nella SCIA, in un ruolo di forte responsabilità senza un quadro normativo definito.

Di parere opposto Giuseppe Chiné, in rappresentanza del Ministero della Semplificazione, per il quale le semplificazioni introdotte mirano a migliorare le condizioni lavorative dei progettisti e a rilanciare il mercato dell’edilizia alla luce del cattivo funzionamento della Dia.

Dopo i dubbi sulla possibile applicazione della Scia all’edilizia e le differenti posizioni assunte dagli Enti Locali, il Ministero per la Semplificazione Normativa è intervenuto con una circolare in cui ha ribadito la possibilità di ricorrere alla procedura semplificata in luogo della Dia anche per i lavori edili.

Fin da subito l’Ance ha messo in luce il mancato coordinamento con il Testo Unico dell’edilizia, in particolare con gli articoli 22 e 23 sulla Dia, e con le norme regionali. Problema che per il Ministero si risolve con la sostituzione automatica tranne che in casi particolari. La sostituzione non è infatti ammessa nel caso di Dia utilizzata in alternativa al permesso di costruire (Super-Dia).

Un’altra fonte di incertezza, rappresentata dall’applicabilità agli immobili vincolati, per i quali era stata ipotizzata l’impossibilità di presentare la Scia e il conseguente ritorno al permesso di costruire, è stata risolta attribuendo l’onere di allegare alla segnalazione lo specifico atto di assenso dell’ente preposto alla tutela del vincolo.

Permangono però alcuni dubbi di ordine operativo, evidenziati dalla nota interpretativa dell’Ance. Come la possibilità di convocare la conferenza di servizi nel caso in cui l’intervento da sottoporre a Dia sia soggetto a un vincolo la cui tutela non compete all’amministrazione comunale.

Un altro problema è rappresentato dal coordinamento con le norme regionali. Le Regioni nell’immediato potrebbero adottare delle proprie linee guida per precisare gli aspetti critici e fornire le indicazioni necessarie per l’applicazione della SCIA e successivamente adottare nuove leggi regionali, ove necessario.

 

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