“I Geometri ed i Periti edili ci riprovano ancora una volta: in palese contrasto con tutte le più recenti Sentenze della Corte di cassazione sugli evidenti limiti di competenza dei Geometri e dei Periti edili, queste professioni ci riprovano a proporre anche alla Camera dei Deputati un ddl esclusivo sulle loro attività”.

 

Lo affermano, in un comunicato congiunto, i Consigli Nazionali degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e degli Ingegneri, a proposito del disegno di legge 3493 presentato alla Camera dal deputato del PdL Daniele Toto, che propone di consentire a geometri, geometri laureati, periti industriali specializzati in edilizia e periti industriali laureati di occuparsi di progettazione architettonica e strutturale, collaudo statico e amministrativo, ristrutturazioni.

 

Tra gli aspetti maggiormente contestati dai due Consigli Nazionali vi sono: l’ampliamento esorbitante delle volumetrie ammesse nella progettazione anche in zona sismica (sino a 4500 mc), l’ampliamento delle competenze in urbanistica, l’ampliamento in materia di progettazione impiantistica, e così via.

 

“A nulla vale – prosegue la nota –  il comune tavolo di lavoro in corso tra le professioni tecniche proprio in materia di competenze, a nulla vale la evidente logica di premettere una riforma complessiva degli ordinamenti professionali così come concepita dal Ministro Alfano prima di mettere mano al riordino delle competenze. A nulla vale il concetto di merito laddove per accedere a professioni che incidono su interessi costituzionali quali la sicurezza dell’abitare o la tutela del paesaggio occorre aver superato corsi universitari assolutamente appropriati: almeno così si fa in Europa ed in tutto il mondo civile”.

 

Il tavolo di lavoro tra le professioni tecniche in materia di competenze è quello che si è costituito all’indomani della presentazione del disegno di legge 1865 della senatrice Simona Vicari (PdL), e che dovrebbe produrre un documento condiviso contenente le osservazioni al disegno di legge. Tale documento, atteso entro la fine di aprile 2010, non è ancora arrivato.

 

Ricordiamo, inoltre, che il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha costituito un gruppo di lavoro per la formulazione di uno Statuto delle libere professioni. L’obiettivo principale è lo snellimento degli ordinamenti ma il primo passo è la reintroduzione delle tariffe minime obbligatorie, abolite quattro anni fa dal decreto Bersani. Lo scorso 15 aprile il Ministro Alfano ha incontrato i vertici di 25 Ordini professionali, ai quali ha assicurato “Ora ci siamo noi e la riforma la faremo”.

 

I due Consigli nazionali ribadiscono che “per tali professioni regolamentate occorre superare percorsi universitari e non può una legge, prevedendo un semplice corso di 120 ore, annullare 5 anni di studio”.

 

“A Geometri e Periti edili – conclude la nota – va ancora una volta rivolto l’invito di percorre comunemente la strada della ragionevolezza, ma se cosi non fosse vi sarà la nostra più ferma opposizione a proposte di legge basate sulle solite, inopportune ed antistoriche regalie all’“italiana”.”

 

 

Anche l’ANIALP, Associazione Nazionale Ingegneri Architetti Liberi Professionisti, esprime sconcerto e preoccupazione per il disegno di legge 3493.

 

“Siamo al solito  paradosso italiano – commenta il presidente Anialp arch. Antongiulio Ciaramellano – con il quale è stato distrutto l’intero territorio e l’ambiente, cementificando e diffondendo in ogni angolo del paese una pessima edilizia di cattiva qualità costruttiva e architettonica,  frutto di una disattenta progettazione sia nel settore pubblico che privato, e questo soltanto negli ultimi 60 anni. La progettazione architettonica e strutturale o la direzione lavori, essendo operazioni che incidono profondamente sull’ambiente e sull’uomo, non possono essere delegate a funzioni strettamente tecniche, e quindi estese a figure, se pur preparate, carenti delle necessarie conoscenze universitarie. Nessuno si azzarderebbe mai ad ampliare le competenze degli infermieri specializzati al settore delle operazioni chirurgiche, se pur di modesta entità!”

 

“Ma nel campo dell’architettura, o meglio della pessima edilizia in cui viviamo – prosegue Ciaramellano -, gli onorevoli che siedono in parlamento, si sentono autorizzati a proporre l’ampliamento delle competenze di quelle categorie che da anni premono per poter fare di più, mentre a mio avviso dovrebbero fare un passo indietro. Invece di essere l’Italia delle eccellenze e delle massime specializzazioni,  siamo l’Italia  della mediocrità diffusa e del consentire un po’ a tutti, di fatto distruggendo sia il mercato che il territorio. Cosa impensabile negli altri paesi europei.”

 

L’Anialp, unendosi ai comunicati dei Consigli Nazionali degli Ingegneri e Architetti, chiede il ritiro della proposta di legge Toto, proseguendo la discussione sulla riforma delle professioni nei tavoli di lavoro istituiti dal Ministro Angelino Alfano, auspicando inoltre che si possa giungere ad un’esclusività della progettazione architettonica, strutturale e direzione lavori, riservata ad ingegneri ed architetti laureati e dotati della indispensabile preparazione universitaria, oltre che di tirocinio post laurea, prima dell’effettivo ingresso nel mondo del lavoro.

Rossella Calabrese

 

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